M.I.L.K.

In un mercato discografico in grande crisi ed in continuo cambiamento, abbiamo voluto dare un’occhiata a questa società romana, capace di offrire al mercato soluzioni camaleontiche...

di Giancarlo MessinaMilk

In un mercato discografico in grande crisi ed in continuo cambiamento, abbiamo voluto dare un’occhiata a questa società romana, nata dalla passione di due giovani tecnici, capace di offrire al mercato soluzioni camaleontiche come i tempi che stiamo vivendo.

Iniziamo col dire che “Milk” non ha niente a che vedere con il latte e le mucche, anche se, a ben vedere, tutto di noi è strettamente legato al latte e alle mucche... ma non divaghiamo. “Milk” è infatti un acronimo che sta per “Minds in a Lovely Karma”, nonché il nome di questa giovane società, nata nel 2012, che si occupa di direzione e produzione discografica, proponendosi quale supervisore, coordinatore unico e consulente per etichette, produttori discografici e anche per chi un’etichetta non ce l’ha ancora. Il concetto non è immediatamente chiarissimo, ma lo spiegheremo meglio grazie ai due soci, Alberto Rossetto e Mario Struglia, da cui ci siamo fatti dare maggiori delucidazioni.

I due si sono conosciuti durante un corso all’APM di Saluzzo nel 2001, dopo il quale hanno fatto esperienze lavorative diverse. Mario ha lavorato per circa tre anni al Forum Village – partecipando come assistente anche a progetti importanti di Morricone e Piovani –, approfondendo poi aspetti legati alla post-produzione ma anche alla musica live, visto che da una decina d’anni lavora anche col service Agorà come backliner. Alberto invece ha fatto esperienza allo studio Condulmer di Mogliano Veneto (adesso chiuso, ma allora uno dei miei preferiti, soprattutto perché in mezzo ad un bellissimo campo di golf!) per poi trasferirsi a Roma, dove ha lavorato in varie strutture, da Suono di Ripetta al Forum Village, prendendo parte anch’egli a importanti progetti, con lo stesso Morricone o con l’artista inglese Morrissey (cantante degli Smiths) per l’album Ringleader of the Tormentor.

I due cominciano con una prima società, la Groove Farm, che offre un servizio di registrazione mobile – o location recording che fa più figo – ben strutturato e organizzato. Insomma l’idea era già quella di portare un po’ della mentalità del live nel mondo della discografia, cosa riproposta più in grande con la nuova Milk: “Noi ci ispiriamo al modello delle società di produzione dei concerti live – ci dicono i nostri amici alternando le cadenze romane di Struglia a quelle venete di Rossetto – quelle società che in pratica coordinano per l’agenzia che crea lo spettacolo tutta la produzione, scelgono i service, audio, luci e video più preparati e convenienti per quel progetto, organizzano i trasporti, mettono in piedi la struttura del palco, gestiscono un budget... Noi riportiamo lo stesso modello in ambito discografico, anche se ormai questa parola è molto più complessa di una volta. Noi quindi mettiamo a disposizione tutti gli elementi e gli aspetti di cui necessita una produzione: studio di registrazione, di mixing, shoot fotografico, mastering... tutto sotto un’unica supervisione e con una visione di insieme che porta ad ottimizzare le risorse”.

La Milk, in effetti, è divisa in due blocchi: il reparto Music – che riguarda più propriamente la produzione artistica e discografica – ed il reparto Voices, rivolto alla post produzione audio-video, con lavorazione di doppiaggi, speakeraggi e audio-guide, seguito dal collaboratore Francesco Wolf; per quest’ultimo settore la società dispone di un menù voci di speaker e doppiatori professionisti, disponibile sul sito, che dà al cliente la possibilità di scegliere facilmente la voce più adatta al proprio progetto.

La filosofia comune ai due rami di Milk è quella di creare la sinergie più proficue per offrire ai clienti la più vasta scelta artistica e di budget.

La sede della società si trova a Roma, in zona Montemario-Trionfale, e si estende su 280 metri quadrati, dove si trovano il cuore degli uffici e la Blue Room, cioè il piccolo ma funzionalissimo studio cuore di Milk Voices, oltre al magazzino del materiale per la location recording.

Blue Rooom è quindi lo studio dedicato agli speakeraggi e dispone di un piccolo sistema ProTools, preamplificatori API e microfono Brauner. Ed in effetti il progetto di Mario e Alberto non prevede l’investimento in grandi strutture, anzi: “Di fronte alla congiuntura negativa era inutile creare un’altra ennesima nuova struttura in competizione con le altre – ci dicono –. Abbiamo invece mirato ad utilizzare le strutture già esistenti, creando un network di studi, oggi arrivati a sette, con caratteristiche e costi differenziati. Infatti noi ci proponiamo non solo come tecnici, ma soprattutto come coordinatori della produzione, come consulenti, in grado di costituire per il cliente un referente unico capace di scegliere per lui le strutture e le dinamiche più adatte alla specifica produzione. Ma attenzione: questo network di studi è costituito da realtà e persone che conosciamo personalmente molto bene e di cui ci fidiamo ciecamente, come Goffredo Gibellini del Digital Records di Roma, Enrico Moccia del Tube Studio di Fara Sabina o lo Studio K a Parigi. Con queste ed altre realtà abbiamo stretto un accordo, per cui noi proponiamo questi studi come se fossero nostri, in maniera da dare al cliente una scelta dinamica sulla struttura più indicata alla precisa fase del lavoro: possiamo fare le orchestre in un posto, la batteria in un altro ed in un altro ancora le voci, ottimizzando qualità e costi”.

I clienti a cui si rivolge Milk sono diversi, si va dai non professionisti, che vanno affiancati e seguiti in tutto, fino alle case discografiche già strutturate che demandano ed affidano interamente il progetto tecnico.

“Ovviamente tutti sono in grado di contattare da soli le strutture – ci spiegano – ma oggi tutto deve essere molto veloce, e spesso le produzioni non sono strutturate per coordinare tutti i contatti e farli lavorare in sincrono, così noi in qualche modo ci sostituiamo al loro ufficio organizzativo, facendo loro risparmiare sia tempo sia denaro, anche perché come clienti continuativi di questi studi possiamo avere delle tariffe migliori”.

Milk si può ancora definire in fase di start-up, ma il mercato sembra dare delle risposte incoraggianti. Infatti il reparto Voices sta andando molto bene e l’idea del network di studi inizia a raccogliere consensi: “Abbiamo lavorato a più colonne sonore – ci spiegano – sia con Paolo Bonvino, sia con la Fandango e l’Universal Music; recentemente con Simone Mammucari abbiamo curato le voci ed il mix per il nuovo musical di Zard, “Romeo e Giulietta”, che registreremo anche dal vivo all’Arena di Verona. Oltre a tutto questo ci dedichiamo a produzioni nostre, come quella di Livia Ferri e quella dello Stefano Lenzi Quintet”.

Insomma l’idea di portare nel mondo della discografia un po’ del know-how di matrice live sembra funzionare, d’altra parte sono due settori che sempre più si avvicinano sotto molti punti di vista, basti pensare alla presenza delle major fra le principali agenzie di produzione di concerti.

Vendere insomma non più uno studio o una tecnologia ma una serie di conoscenze, di contatti e la capacità organizzativa può essere senza meno un’idea vincente se indirizzata sui binari giusti, quelli che portano al cliente maggior risparmio, maggior qualità e meno grattacapi.

Un plauso quindi ad Alberto e Mario a cui, ovviamente, non possiamo che augurare... il miglior Karma possibile.

contatti: M.I.L.K.